Giudizi critici anno 2009

La poesia “Talassomelodia” in concorso al Premio Venere Lavinia 2009, offre l’immagine dell’àncora che diviene parte del gioco acquatico, allorché fende l’onde per ritenere il possibile annullamento, il disciogliersi di ogni difesa, di ogni smarrimento della rotta: proprio l’àncora, soggetto dell’anastrofe, si muove in sintonia col mare, ne recepisce la melodia ne ascolta i suoni che sono anche senso, proposta d’amplesso e di effusione. In questo senso si può leggere un livello più profondo, inconscio, dei significati, come quello inerente alla sfera più intima, al “dondolio acquatico” *. Per tanto la poesia si snoda agilmente, giacché nel testo si contemperano la capacità di sintesi, di essenzialità e quella musicalità evocatrice delle sonorità liquide e simboliche insieme.

di Andrea Giuseppe Graziano


*Nota d’approfondimento

Ferenczi Sàndor, psicoanalista ungherese (Miskolc, 1873 - Budapest, 1933), che studia la sessualità non solo dal punto di vista psicologico: si impegna, infatti, in una complessa analisi del significato del lato biologico sottostante ad essa. Il desiderio fondamentale di ricondursi al grembo materno per il maschio, e quello altrettanto fondamentale di identificarsi con il feto per la femmina, mostrerebbero come la sessualità porti in sé addirittura la traccia della nostalgia dell'Oceano, delle acque originarie (thalassa in greco significa mare) provata da uomini non ancora adattatisi alla vita terrestre: il rapporto sessuale riproduce l'immersione nel brodo primordiale, di cui il liquido amniotico costituirebbe il derivato simbolico.

Motivazione al Premio di “Rito antico”

I versi sgranati con quella immediatezza che va diretta al cuore, godono della brevità, ovvero di quel controllo formale che rifugge le eccedenze, che teme di ordire, di articolare in strutture complesse quello che è semplice, dono, pulsazione dell’anima, e pertanto sanno cogliere la bellezza pur nella caducità d’un’esperienza, accanto ai pescatori in riva al mare.

Nel “qui ed ora” degli amanti stesi affianco ad un pattino, mentre si avventurano all’alba i marinai, si offre la scintilla vitale, il rito antico, il senso dell’esistere ch’è amare. 
 
di Andrea Giuseppe Graziano

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