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Giudizi critici anno 2011

1° Classificata:  poema in concorso No. 4 "Verso l'ignoto" di Lucia Vichi La lirica “Verso l’ignoto” effonde attraverso l’immagine del “teatro della vita” l’invito esistenziale ad agire come protagonisti sulla scena, portatori del dono consapevole dell’autenticità dei valori d’alto profilo. 2° Classificata:  poema in concorso no. 7 "I confini del mare" di Marisa Monteferri Il viaggio ai confini del mare che l’autore intraprende volge al “limine”, là dove lascia le brutture del materiale, quel “consistente filo spinato” eretto dall’uomo, per aprirsi al sogno, al ricordo ancestrale e originante. 3° Classificata:  poema in concorso no. 6 "Oltre i confini del mare" di Mitz Barbacini La poesia presenta le navi come gusci di fragili “legni”, tali da evocare la tradizione lirica italiana del “legno leggero” dantesco; l’autore quindi si apre al polisenso del viaggio teso alla gloria o all’oblio. Il Presidente della giuria "Venere Lavi

Giudizi critici anno 2010

1° classificata -poesia in concorso n.10- "Nube ostile" di Anna Bonnanzio C'è qualcosa, nella poesia, di genuino, innanzitutto un uso semplice e sistematico del traslato: "respiri di spuma". Semplice e congruo il ritmo interno, pulito il lavoro di versificazione essenzializzata, netta. 2° classificata -poesia in concorso n. 1- "Piccoli topi" di Antonio Pellati L'immagine dei lemmings, dei piccoli roditori che per evitare il sovrappopolamento e la mancanza di risorse nella loro area abitata si scaraventano volontariamente dalla scogliera risulta efficace al fine del rispetto della tematica del concorso; quello che segue è rassegna dei danni provocati dall'uomo sordo alla voce della natura. 3° classificata -poesia in concorso n.5- "La sirena" di Leila Spallotta Semplice e coerente in sè, tende ad ergersi su di un ritmo interno musicale e significante; apprezzabile anche per la propensione alla "sottrazion

Giudizi critici anno 2009

La poesia “Talassomelodia” in concorso al Premio Venere Lavinia 2009, offre l’immagine dell’àncora che diviene parte del gioco acquatico, allorché fende l’onde per ritenere il possibile annullamento, il disciogliersi di ogni difesa, di ogni smarrimento della rotta: proprio l’àncora, soggetto dell’anastrofe, si muove in sintonia col mare, ne recepisce la melodia ne ascolta i suoni che sono anche senso, proposta d’amplesso e di effusione. In questo senso si può leggere un livello più profondo, inconscio, dei significati, come quello inerente alla sfera più intima, al “dondolio acquatico” *. Per tanto la poesia si snoda agilmente, giacché nel testo si contemperano la capacità di sintesi, di essenzialità e quella musicalità evocatrice delle sonorità liquide e simboliche insieme. di Andrea Giuseppe Graziano *Nota d’approfondimento Ferenczi Sàndor, psicoanalista ungherese (Miskolc, 1873 - Budapest, 1933), che studia la sessualità non solo dal punto di vista psicologico: si impegna, infat