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Visualizzazione dei post da settembre, 2010

Giudizi critici anno 2010

1° classificata -poesia in concorso n.10- "Nube ostile" di Anna Bonnanzio C'è qualcosa, nella poesia, di genuino, innanzitutto un uso semplice e sistematico del traslato: "respiri di spuma". Semplice e congruo il ritmo interno, pulito il lavoro di versificazione essenzializzata, netta. 2° classificata -poesia in concorso n. 1- "Piccoli topi" di Antonio Pellati L'immagine dei lemmings, dei piccoli roditori che per evitare il sovrappopolamento e la mancanza di risorse nella loro area abitata si scaraventano volontariamente dalla scogliera risulta efficace al fine del rispetto della tematica del concorso; quello che segue è rassegna dei danni provocati dall'uomo sordo alla voce della natura. 3° classificata -poesia in concorso n.5- "La sirena" di Leila Spallotta Semplice e coerente in sè, tende ad ergersi su di un ritmo interno musicale e significante; apprezzabile anche per la propensione alla "sottrazion

Nube Ostile - I classificata anno 2010

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Nella mia folle corsa contro i mulini a vento spiraglio di pace è raggiungere te, mare. Ribollivi nei giorni della merla ribolli, stasera, nella canicola di luglio. Sotto un cielo di luna, di stella e di fuoco tra i tuoi respiri di spuma i miei segreti del cuore. Ma una nube ostile a smorzare l’incanto: tu ed io creature indifese stravolte e ferite dall’insensibile avidità dell’uomo! “Anna Bonnanzio” (Aprilia)

Piccoli Topi- II classificata anno 2010

Come i lemmings corriamo verso la scogliera. Nessuno che domandi o che prenda iniziative. E’ cominciata in sordina con qualcuno che ha preso una strada e i molti che li hanno seguiti senza un perché. …E gli altri che si sono mossi perché così gli andava. …E quelli che pareva brutto rimanere. …E i tanti che si fidavano degli esperti. …E quelli che il progresso non si può fermare. …E quelli che il progresso stan lì a farlo e tutti insieme abbiamo rasato il suolo, asciugato i laghi, creato deserti, cementato i fiumi, cancellato l’aria pura. Abbiamo liquidato il cervello e la coscienza personale. Abbiamo dipinto di nero il mare. Ognuno chiuso nel suo piccolo egoismo senza alzare la testa dalla greppia, senza pensare se ci sarà un domani. Ed ora si corre insieme a gran velocità e chi si ferma viene travolto e irriso. Salteremo dalla scogliera senza nemmeno capire e sarà l’ultimo danno che faremo: inquinare ancora. “Antonio Pellati” (Ardea)

La sirena - III classificata anno 2010

Nell’immenso una falce di luna, nel silenzio sussurrato dal vento. Piedi nudi a tracciare sentieri soffocati da conchiglie marcite, frantumate dalla furia del mare. Io inerme in un sogno ora mio, in attesa di un vascello da fiaba che attraversa oceani lontani cristallini, come fiocchi di neve. Sono qui come sirena di Ulisse per chiamarti col mio canto lontano su questa riva abbracciata ad un sogno. “Leila Spallotta” (Velletri)

Questo mare indifeso, IV classificato 2010

Dorme stasera il mare, fronte io veglio e tacito lo guardo. Ah se intendere potesse chi non t’ama! Immobile io, seduto ascolto gli sciacquii della risacca, mi ritorna in mente quando bambino giocavo ai castelli di sabbia e li vedevo frangere dall’onda inattesa. Oggi dubbia è la sorte del cuore… e vedo, vedo quanto gramo tu sei fronte alla lordura umana. Sebbene tuo malgrado, agli occhi miei nel ventre tuo sboccia il fiore. Una luce improvvisa dal cielo…., specchio immortale dell’universo; là, tra gl’immondi eccidi l’uomo inabissa il suo domani….; così, dall’anima sospesa guarda la sua immagine spettrale. "Giuseppe Di Vincenzo" (Ardea)

Premiati anno 2010

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Io ed il mare - V classificata 2010 Ho voglia di vedere il mare, per questo sono qui, l’uno di fronte all’altro, cerco solo di amarmi. Ascolto parole dal mare, maestro della mia spensieratezza, suggeritore nel mio teatro, usa lo stesso copione, sempre lo stesso ogni anno. Lo specchio marino non lascia intravedere le mie incrinature scritte dagli anni. Ogni volta che lo guardo è una grande emozione, il mio animo indifeso si rinnova. Ora lo sguardo si imbatte su una bottiglia senza messaggio, trappole di buste di plastica per pesci ignari; già cammino su un fondo di mare putrido, leggo nell’onda una tristezza infinita per le poche risorse di difesa. Dall’uomo che non si ama, che non ama i suoi figli, dalla mano che non lo benedice. "Gianna Braghini" (Velletri)