ORME DI VITA - II classificata anno 2013

Stefania Andreocci

…quand’ecco malinconico tramonto:
spande lacrime d’oro su specchio d’acqua;
ammanta di pace solingo arenile,
ninnato da suadente voce marina.
È squarcio di veste vermiglia l’orizzonte,
varco per irruenti onde di ricordi:
fluttuano, s’accavallano, mugghiano,
lambiscono l’anima. Erranti memorie,
patinate dal tempo, tornano vivide …
È mare che scolpisce scogli,
culla barche e dona pesca la tua vita,
lungi dall’esser clessidra di grigia sabbia
piuttosto, meridiana guidata da lume.
Dolci rimembranze van segnando passi:
sulla battigia impresse orme di vita,
presto cancellate dall’onda fugace ma,
nella placida oscurità che s’addensa,
a seguir cotal vestigia, non è l’ombra tua.
A mio padre, fulgido esempio di vita!

Motivazione critica

Prova binaria quella di “Orme di Vita”: nella prima strofa campeggia il parallelismo delle “onde di ricordi” nel loro movimento vivo, vero, nel contesto di un paesaggio sublime, goethiano, dove si staglia potente il rosso (squarcio di veste vermiglia l’orizzonte) sull’acquapensiero fluttuante che mugghia, lambisce l’anima.
Nella seconda strofa dapprima essa scolpisce con la sua forza ficcante precisa come meridiana guidata da lume, quindi nel finale l’onde di pensieri, attenuato il tumulto si fanno rimembranze, dolci, da accompagnare con lo sguardo sulla battigia che segue impronte svanenti. È a questo punto che s’impone il riferimento al Petrarca del sonetto “Solo et pensoso i più deserti campi /vo misurando a passi tardi e lenti”: tale anche qui è la ricerca della solitudine che favorisce l’autoriflessione e prevede appunto che questa sia accompagnata da una dimensione anche corporea: la lentezza del passo; ci si spinge finanche alla presentazione lessicale petrarchesca che troviamo in “vestigia”.
Infine se consideriamo le elisioni, le parole tronche, i riferimenti lessicali della tradizione lirica elementi che mi piace definire antichismi, un tentativo ingenuo, semplice ma onesto, per tornare al bello, allora la poesia “Orme di vita” può essere giustamente apprezzata.

Andrea Giuseppe Graziano

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