Poemi premiati, anno 2015
Secondo classificato
La
vecchia zattera
Dopo
aver lasciato a terra
un sacco d’inutili attrezzi,
oggi mi sento orgogliosa
di essere una vecchia zattera
piena di pregi e piena di difetti!
Grondando di paura,
ho toccato il fondo più d’ una volta
a bordo di grosse navi lussuose,
ma sono sempre risalita a galla
con la prua rivolta verso l’anima.
Quando prendo i remi in mano,
volgendo lo sguardo al cielo,
oso sfidare anche le onde gigantesche
col coraggio d’un nobile capitano
che porta in salvo la sua barca,
nel palpar fra la nebbia, sempre più fitta,
l’immagine sfuocata della mamma!
Io sono un ramo ancora verde,
strappato a un albero in fiore
e portato a riva, miracolosamente,
da una forte tempesta inaspettata:
io non posso rischiare, neanche per scherzo,
di essere un'orribile macchia scura
sopra un mare tratteggiato di bianco!
un sacco d’inutili attrezzi,
oggi mi sento orgogliosa
di essere una vecchia zattera
piena di pregi e piena di difetti!
Grondando di paura,
ho toccato il fondo più d’ una volta
a bordo di grosse navi lussuose,
ma sono sempre risalita a galla
con la prua rivolta verso l’anima.
Quando prendo i remi in mano,
volgendo lo sguardo al cielo,
oso sfidare anche le onde gigantesche
col coraggio d’un nobile capitano
che porta in salvo la sua barca,
nel palpar fra la nebbia, sempre più fitta,
l’immagine sfuocata della mamma!
Io sono un ramo ancora verde,
strappato a un albero in fiore
e portato a riva, miracolosamente,
da una forte tempesta inaspettata:
io non posso rischiare, neanche per scherzo,
di essere un'orribile macchia scura
sopra un mare tratteggiato di bianco!
Lucia Vichi
motivazione del premio:
L’Essere dentro il vigore rigoglioso, verdeggiante, strappato all’albero, ma non vinto, riverbera eroico resistente, irriducibile, mostra la sua vera forza nelle avversità, non si omologa e non si nasconde. Ha il coraggio del naufrago che combatte contro le gigantesche roboanti onde, sempre teso alla risalita. Lirica profonda combattiva dove l’esperienza delle cadute si fonde con l’esistenzialismo lirico.
( Andrea Giuseppe Graziano )
L’Essere dentro il vigore rigoglioso, verdeggiante, strappato all’albero, ma non vinto, riverbera eroico resistente, irriducibile, mostra la sua vera forza nelle avversità, non si omologa e non si nasconde. Ha il coraggio del naufrago che combatte contro le gigantesche roboanti onde, sempre teso alla risalita. Lirica profonda combattiva dove l’esperienza delle cadute si fonde con l’esistenzialismo lirico.
( Andrea Giuseppe Graziano )
Terzo classificato
Se
avessi saputo
Se
un giorno
avessi
saputo
di
trovarmi
al
punto di partenza,
su
una spiaggia, sola,
con
una conchiglia vuota
fra
le mani;
sarei
stata immobile.
Non
avrei mosso un passo
e
lanciato tante parole al vento.
Sarei
stata intenta
ad
ascoltare il mare
e
guardare estasiata
il
volo dei gabbiani.
Ma
amo
e
ho provato a volare.
Ora
delusa,
volto
lo sguardo al cielo
e
mi fisso su un gabbiano
solitario
e stanco.
E
vorrei tanto
unirmi
a lui,
e
scendere in picchiata giù,
in fondo al mare.
Giuseppina Mazza
Motivazione premio:
Commovente lo Spirito della Grande Madre presente nella poesia, che tutto accoglie e tutto dona, persino i riflessi dei cari, della vita, dell’amore filiale, nell’acquatico specchio che è splendore di lacrime e vita. Il tono della Poesia si adagia su una dolce e tenue preghiera, che suona vera, perché non è ripiegata alle proprie lagnanze di donna querula, insistente che bussa alle porte d’un Giudice impietoso. È la preghiera dell’umile che si riconosce -come diceva Ungaretti ne “I Fiumi”- “una docile fibra dell’Universo”.
( Andrea Giuseppe Graziano )
Commovente lo Spirito della Grande Madre presente nella poesia, che tutto accoglie e tutto dona, persino i riflessi dei cari, della vita, dell’amore filiale, nell’acquatico specchio che è splendore di lacrime e vita. Il tono della Poesia si adagia su una dolce e tenue preghiera, che suona vera, perché non è ripiegata alle proprie lagnanze di donna querula, insistente che bussa alle porte d’un Giudice impietoso. È la preghiera dell’umile che si riconosce -come diceva Ungaretti ne “I Fiumi”- “una docile fibra dell’Universo”.
( Andrea Giuseppe Graziano )
Quarto classificato
Prima del sospiro del mirto
Prima
del sospiro del mirto
nacque
la goccia primigenia.
Sulla
terra fu subito vita.
Burrasche,
bonacce, suoni,
fiati
di risacche lontane;
fra
tessiture misteriose
ferite
esposte a rantoli di mare
nel
tempo reciso all'universo.
E fili
spinati di dolore.
Esodi
di umane dolenze
traversano
confini di piombo
pesanti
come armi da guerra:
mute
scie di sangue
segnano
le vie della fratellanza.
Le
viscere del mare tremano:
celano
sfolgoranti bellezze
a
concupiscenze spietate.
Sulla
terra la vita si ritrae.
Marisa Monteferri
Quinto classificato ex aequo
La
preghiera di Majida
Non
lasciarmi qui, proprio ora che dal buio dell’abisso t’intravedo,
scivolo
via, mentre il tuo mantello rosso porpora taglia in due il mare
penso:
“come dei bella Madonnina di Saidnaya” e un profumo
m’invade
mi
faccio coraggio e ti chiedo “resti a farmi un po’ di
compagnia?”
Nei
riflessi dell’acqua riconosco i volti segnati dei miei cari,
gli
occhi belli della mamma finalmente si confondono d’azzurro
e i
ricci del fratellino che il vento ora non riesce a scompigliare.
Invano
cerco di afferrare i loro piedi per spingerli su, verso la luce
ma
li vedo scorrere, veloci, di fianco, e scivolano via
e
allora penso “… terrò loro le mani se non altro per fargli
compagnia”,
cerco
di piangere ma il mare è già ricolmo di milioni di lacrime…
Scivolo
via. ma il tuo sorriso Madonnina, attenua la mia discesa
“Sai
bella Signora, ora non ho più paura di morire, lasciami andare”.
e
allora, solo allora m’accorgo che tutto quel mare sgorga dai tuoi
occhi,
una
parte, una grande ed immensa parte, tinge di orsso il tuo mantello,
e
l’altra, riversa tutto il tuo amore nei riflessi di quei mille
volti di figli.
E
scivolo via…
Marco Pellegrino
Quinto classificato - ex aequo
Indugio
Solitario
ascolti
inebriato
dal riverbero lucente
remoto
il canto delle sirene…
da
un’eternità,
soave
ripete
le
sue melodie
Ti
lasci incantare
libero
dai pensieri della vita
e
scorrere la lasci
sfiorandoti
appena,
biancastra
spuma
che
le caviglie lambisce
E’
il bacio dell’onda:
con
apparente indifferenza
l’accogli
mentre
distante vaga lo sguardo
a
ricercarne origine
in
profondità abissali
fra
madrepore e coralli
abbandonare
si lasciano
dal
marino ardore
in
perpetuo moto…
mentre
tu attendi risposte
immobile
nel taciturno
fragore
del mare
ch’
ai tuoi silenzi offre
sussurrate
risposte
dal
vento cullate.
Rita Gatta