Poemi premiati 2016

Prima classificata: Lorella Borgiani
Sale di vento
S’abbatte la furia del vento
sull’onda remota di spuma
s’accora l’alba
e rinasce il giorno
bagnato di sale
non ha cura la barca
di cercar rimessa
ma s’avvia al viaggio
per terre lontane.
Tra i sospiri, i respiri…
rughe irose sui visi
della gente di mare
tra le reti da pesca
si svolge ogni tempo.
Non ti è ostile
quella goccia
di cui ami il profumo
dal sapore di vita.
Nella Poesia Sale di Vento la natura e l’uomo si fondono in un intreccio poetico fonosimbolico. Interessante la musicale allitterazione che inanella “rughe irose sui visi” e qualifica tale incontro offrendo alla gente di mare la stessa forza dell’elemento naturale acquatico, impressa nei solchi del tempo.
Infine esplode come nuova, dall’incantamento generato dalle parole, la prossimità, persino la fusione degli elementi, nell’amore che esala il profumo della goccia salina, il quale, nello scambio del gioco sinestesico (profumo-sapore), assume il gusto della vita.Andrea Giuseppe Graziano

Seconda classificata: Stefania Andreocci
Pace d’azzurro fluire
L’alba, di candide nubi frastagliate,
accoglie smarrito stormo di pensieri:
fremono quell’ali sull’acqua salmastra,
nel fragore del silenzio che impera.
Là, dove specchio di riverberi d’oro
par trapunto d’erranti stelle cadenti,
nell’atavico richiamo alla vita,
il palpito del mare si fa melodia.
In lento fluire v’è il tremulo canto,
qual soave eco a carezzar sponde:
suadenti lusinghe son l’onde sue crespe,
onde infrante sugli scogli d’animo.
Tra cielo e mare mi tingo d’azzurro
e volo, e nuoto, e pur m’abbandono…
flutti cristallini dissolvono l’ansie;
l’iridescente giaciglio sana piaghe.
Mare che m’accogli, m’avvolgi, m’aspergi
cor mi rinnovi: unisono è al tuo!
Di nivea spuma son le braccia tue tese
e dolce è l’approdo mio su battigia…
La composizione poetica ha una struttura bilanciata, di poderose strofe di quartine; si fa strada il gioco poetico ossimorico del “fragore del silenzio” imperante, e gli elementi Pascoliani suggeriti nel verso “par trapunto d’erranti stelle cadenti”.
Quindi entra a far parte dell’incanto l’Io lirico che incarna i colori dell’azzurrità, in un immenso vagheggiare, che è volo, nuoto, desiderio di profusione all’unisono, fino a un dolce approdo.
Andrea Giuseppe Graziano

Terza classificata: Gianna Braghini
I confini non mi appartengono
E' fin troppo chiaro:
disturbo la natura
nella sua interezza:
luoghi incontaminati
mi chiedono aiuto.
La trasparenza del mare
inghiotte l'infinito.
Mi sento padrona,
di tutto l'azzurro
confuso con il cielo.
La profondità marina combacia
con i confini innaturali,
predisposti da umane stoltezze
per i destini del mondo illeciti.
Il mare inghiotte bocconi amari
nell'essere disturbato.
Mi specchio: la mia immagine
è trattenuta nelle profondità;
e volo, immersa domande
senza risposta.
Nello spessore del cielo,
forse il mare sono io;
sono io a non dargli
il valore che merita.
Il mare mi ama:
ne ho la certezza; non tradirò
questo fluido amore
per miraggi e chimere lontane.
Ha un potere il mare in questa poesia agile e musicale, così trasparente, inghiotte l’infinito, e rende possibile all’uomo, la congiunzione con la vastità, l’assoluto, il sublime così caro ai romantici che spinge ad approdare al metafisico.
Proprio da questa comunione Io-non io nel senso fichteano, nasce la forza, la possibilità di porgere quelle domande ultimative sul senso dell’esistere, sul dolore, che si risolve in una consapevolezza di un fluido amore.
Andrea Giuseppe Graziano

Quarta classificata: Leila Spallotta
l dolore del mare
Sarà lento e doloroso
il mio ondeggiare senza posa,
su nastri sfilacciati
di arenili che non riconosco.
In un tempo lontano
mi dondolavo gioioso,
ricamavo pizzi di schiuma
il riposo di corpi innamorati
che ascoltavano il mio canto.
Ho accolto con rispetto uomini solitari
su piccole barche colme
di pesci guizzanti;
sirene di città galleggianti
scivolare tra suoni e luci colorate.
Questo tempo non mi appartiene,
non vorrei volti sofferenti,
pianti di bambini
solcare disperati le mie onde
per approdare su terre di pace.
Il mio colore sta cambiando,
il mio profumo ha essenze che non conosco;
ed io sono impotente nella mia grande immensità,
vorrei annullare la fragilità
di questa umanità disperata.
Le immagini che questa lirica evoca sono potenti e ben studiate per coinvolgere tutti i sensi. L’autore ci porta all’immedesimazione col mare stesso, col suo sentirsi alienato ed incapace di difendere se stesso e l’umanità intera. Non è un’accusa nei confronti dell’uomo, pur responsabile della triste condizione lamentata dal mare, ma una sorta di bonaria e malinconica commiserazione.
Silvia Matricardi

Quinta classificata: Stefania Zitella
A Laura
Amica mia, più non sei:
alla fine, mia timida guerriera,
ti ha franta il male spietato.
Osservo la foto che scattasti
al mare tuo amatissimo:
una calma distesa di pace, la sera.
La sera chiedo allora pietà della consolazione,
ma consolazione, purtroppo, non c’è.
Mi piace pensare così, Laura,
che ora sia il mare la tua lieta casa,
che siano i tuoi capelli
intrecciati fra stelle marine,
che siano vivo corallo le tue dita,
scaglie d’argento sul bruno scoglio
le tue schive lacrime,
spicchi di luna i tuoi caldi sorrisi.
Siano perle preziose fra valve di madreperla
i tuoi occhi dolcissimi,
sussurro del vento le tue parole.
Sia cullato il tuo fragile corpo dalle onde spumose
e il tuo respiro sia la fresca brezza della notte.
Così tu sia ancora con me.
Così mi è dolce pensare.

Il commiato per una persona cara che è venuta a mancare, la sua apoteosi, direbbero gli antichi romani, il suo trasformarsi in una sorta di ninfa del mare, in un essere divino, che ha un sapore antico eppure eterno: coi capelli intrecciati tra le stelle marina, con le dita che diventano vivo corallo e le lacrime che mutano in scaglie d’argento sullo scoglio bruno, mentre gli occhi si fanno perle preziose, incastonate tra valve di madreperla. In questo modo, col respiro che si sovrappone alla brezza marina, colei che più non c’è, in qualche modo torna, e resta per sempre. Silvia Matricardi

Post popolari in questo blog

Poesie Premiate 2020, con motivazioni critiche

Poeti anno 2023

Premiate XXXIV edizione anno 2022