Premiate XXXIV edizione anno 2022
Prima classifica Stefania Andreocci
Dune d’animo
Un tempo l’arpeggio di crespi flutti,
melodioso, cullava emozioni
adagiate su amaca d’argento
ed era magica notte di pace:
accordava, a salmastro spartito,
rifugio d’animo, garrule note.
Dacché rude fato d’empia faretra,
bellicoso, scagliò funesti strali
ad impavido, quanto fragile, cor
calò repentina notte di pece:
avverso mite aura di battigia,
rifugio d’animo, cupo latrato.
L’annidato male, viscoso magma
intento a sparger l’algido foco
financo su macerie di speranza,
sentenziò brusco declino di giorni:
ero d’ira, tra marosi di vita,
rifugio d’animo, a franger bruma.
Sì salvifica, l’inferta scissura,
qual feritoia di grazia e luce
sui tatuati lividi della notte,
incipriò l’alba di rosate tinte:
col dolce approdo d’azzurro fluire,
rifugio d’animo, l’eco del tempo…
Fu dono di dune, la sequela d’orme
arenate alle mie, di nostalgia…
Ora, nel fragor d’onde, il suo riso;
nell’aulente brezza, il suo abbraccio;
nel moto perpetuo, il suo palpito:
e sto, come conchiglia, col mare dentro.
Motivazione critica “Dune d’animo” di Stefania Andreocci
Il merito più grande della scrittura poetica evidenziatasi in “Dune d’animo”, consiste nell’equilibrio, nella capacità di controllo del linguaggio che ondeggia tra l’arcaico desueto e la raffinatezza delle assonanze e delle consonanze, dispiegate in modo misurato ed oculato nell’intero arco lirico. Le immagini e i traslati sono sempre frutto di una ricerca di suono, dell’analogia che privilegia l’eufonia, per tanto senza accorgersene per un consapevole discernimento il lettore è condotto dentro il ritmo acquatico, che vuole giungere a sprigionare la vita in sé, la quale affiora come “una conchiglia che ha il mare dentro”. Andrea Giuseppe Graziano
Secondo qualificato Francesco D’Andrea
RESPIRO DI LIBERTÀ
Sussurra il vento
dentro volute di salsedine,
ragnatele di riflessi
danzano sulle acque,
un veliero buca l’orizzonte
mentre un coro
di gabbiani
si dirada nell’infinito.
A volte
giunge un pescatore.
Gocce di sole
formano in superficie
sovrumani sentieri
e oltre i miei occhi
scorgo l’isola di Gorgona
che sospira di maree
ed echi lontani.
Qui nascono i sogni.
La malinconia
diviene pura poesia.
Sulla scacchiera del mare
pendono liane
turchesi di cielo. Sguardi
infiniti s’innamorano
tra flutti d’onde
e spiragli di sale.
Il mio cuore opaco
diventa
un boccaporto di luce,
terra tremante.
Motivazione critica “Respiro di libertà” di Francesco D’Andrea
Il Sublime, come ispirazione filosofica classica nello Pseudo Longino, sembra riverberare nelle corde preziose della poesia “Respiro di libertà”. Il mare è segno di un “altrove”, si dirada nell’infinito il coro di gabbiani, sospira di maree ed echi lontani l’isola: è in questo superno non-luogo che “nascono i sogni. / La malinconia/ diviene pura poesia”. Pertanto il cuore si apre, protende a quell’alto, diviene “boccaporto di luce”.
Andrea Giuseppe Graziano
Terza qualificata Maria Laura Veschi
Marea
L’onda del desiderio
mi avvolge,
riscaldando la mia anima.
Ti scelgo
in ogni alba,
in ogni orma,
in ogni sussurro,
attraverso le tempeste.
Naufraghi senza appigli,
stanchi dell’altalenio delle maree
siamo affondati
e riemersi,
sfuggendo al vortice delle angosce.
Forti della vita,
nati dallo stesso dolore,
bagnati dallo stesso mare,
uniti dalla stessa energia,
spinti dalla forza dell’esistenza,
folli della stessa gioia,
al di là del tempo,
senza paura.
Motivazione critica “Marea” di Maria Laura Veschi
Il palpito del desiderio affiora nella poesia “Marea”, come moto ondoso per l’attrazione lunare. L’io lirico si volge a quel “tu” che invita, sceglie ogni giorno, penetra e abbraccia in un ansito che coniuga, fa sprofondare e riemergere nella koinonia frutto dell’energheia la quale si dipana come attrazione e amore degli opposti, finanche “al di là del tempo”.
Andrea Giuseppe Graziano
Quarta qualificata Ornella Gatti
SFUMATURE
Seduto su uno scoglio scruto lontano
L’onda rompe e s’insegue
in
un gioco senza fine
mi
racconta e replica
una melodia di nenie antiche
La pietra lavica scintilla
riverbera stille di sudore
trasparente l’acqua lascia palesare
gli infiniti arcani del più profondo mare
Tra
le ombre che si specchiano
in
un mare di velluto blu
laggiù…
al limite del mio sguardo
una
lampara procede lenta
tracciando
la rotta in
una scia di spuma bianca
Il
pescatore di vedetta osserva
estasiato
la virata in picchiata di un gabbiano
Assolto dai pensieri
blandito dal sale
ascolto la sua voce
che
accoglie la mia lacrima
nell’immensità
infinita
Solo in un mondo
senza
pensieri e senza parole
nella
carezza dolce del vento
lieve
un sussurro svela l’incanto
Ho
visto più di quanto pensavo
di
poter vedere…
Ho amato più di quanto credevo di poter amare…
Motivazione critica “Sfumature” di Ornella Gatti
L’Essere in sé, o, meglio il ritornare al sé dell’Essere, risulta la colorazione più autentica della poesia “Sfumature”, allorché la lirica si dona quale bisogno di ritrovarsi “assolto dai pensieri” dinanzi all’immensità. È qui il luogo della prova più sottile, un crogiolo dolce e vero dell’Essere presente a se stesso e solo “in un mondo/ senza pensieri e senza parole”: si dona nella dimensione autentica del
vuoto, quell’incanto dal quale è possibile significativamente vedere e amare.
Andrea Giuseppe Graziano
Quinta Classificata Stefania Raschillà
Il mare è grembo
Si taccia il frastuono del mondo
che toglie sapore alle cose,
riduci al silenzio
le voci di dentro
che accalcano il cuore
d’angosce e paure,
all’onda consegna la tua
smisurata
inquietudine e lascia
che lenta e profonda ti parli.
Il mare è grembo fecondo di vita
è cuore cui fare ritorno,
è madre che sempre ti accoglie
e con le sue braccia ti cinge.
Si fa la sua voce sussurro
perché ti sia lieve il riposo.
Il mare è la madre amorevole
che veglia suadente i tuoi passi
e trova parole e carezze
che acquietano il pianto.
Ne ascolti i silenzi e il tuo cuore
si posa.
È madre
che dona
la pace.
Motivazione critica “Il mare è grembo” di Stefania Raschillà
La forza della poesia “Il mare è grembo” svela un’intuizione illuminante, quella dell’elemento acquatico come “utero” che gesta la vita. Un’emblema che la psicoanalisi di Sàndor Ferenczi traccia in modo significativo in “Thalassa. Una teoria della genialità”. Il mare è luogo del desiderio di sprofondamento e di rinascita, segno ambivalente di sommersione ed emersione, dell’unione che ha in sé le gemme della perdita dell’Io e della vitalità generativa.
Andrea Giuseppe Graziano