Quinta clasificata anno 2025
V classificata
Mare di vita
Potente oceano all’orizzonte
accende la luce,
adagia la scia luminosa,
tovaglia di argenteo merletto,
imbandita per il cuore affamato.
nel riverbero ombra scura inquieta,
scivola silenziosa in un pensiero di vita,
increspa e fluttua
in cerca di luce,
guizza, ruba energia, se ne nutre,
volteggia in danza di cristalli.
Si ferma un istante sazia;
con un balzo
repentino luminoso
riprende il suo andare.
Motivazione critica di
Il poema si apre con una potente espansione sinestetica di un unico concetto: la vita come un oceano potente e onnicomprensivo. Le frasi "mare di vita potente oceano" non sono ridondanti, ma servono a intensificare e ampliare la metafora, stabilendo un tono di vastità e potenziale illimitato. L'oceano, in questo contesto, non è semplicemente un luogo, ma una forza attiva e vivente. Questa visione iniziale stabilisce un palcoscenico di proporzioni universali, quasi mitologiche, su cui si svolgerà il dramma intimo.
Una delle peculiarità più affascinanti del componimento è la sua capacità di ridurre rapidamente la scala dell'immaginario, passando dall'immensità al piano squisitamente personale. La "luce" e la "scia luminosa" sono elementi del grande spettacolo naturale, ma vengono immediatamente ricontestualizzati da immagini a misura d'uomo, come la "tovaglia di argenteo merletto" e l'intensamente personale "cuore affamato". Questa giustapposizione costituisce un dispositivo poetico profondamente originale. La fusione di queste due scale, l'oceano infinito e la tavola da pranzo personale, è un meccanismo poetico che crea una connessione diretta tra il macrocosmo, inteso come l'universo e la vita stessa, e il microcosmo, ovvero la psiche umana individuale.
Questo accostamento non è una mera descrizione, ma una profonda affermazione filosofica: la vastità dell'universo e l'abbondanza dell'esistenza non sono concetti distanti e indifferenti, ma sono intimamente e personalmente "preparati" per l'individuo. La natura non è un'entità anonima, ma un'ospite generosa che offre un banchetto. Ciò invalida la sensazione di isolamento cosmico e infonde un senso di significato personale all'interno di un disegno grandioso. Il poema crea così una metafora unica del nutrimento esistenziale, un banchetto che non sazia la fame fisica, ma quella spirituale e intellettuale.
Il dialogo tra luce e ombra è il nucleo del componimento. L'ombra "scivola silenziosa in un pensiero di vita", personificando i processi spesso inconsci e silenziosi della riflessione. Il suo viaggio è animato da un senso di scopo: essa "increspa e fluttua in cerca di luce", rivelando il suo desiderio irrequieto di significato. Le immagini rese dai verbi insorgenti in accumulo "guizza, ruba energia, se ne nutre" suggeriscono una relazione quasi simbiotica con la forza vitale. Il tumulto interiore, in questa visione, non è un ostacolo da superare, ma una parte necessaria della crescita. La natura dell'ombra, anziché essere distruttiva, è intrinsecamente legata all'energia vitale che la circonda.
Il viaggio dell'ombra culmina in un momento di trasformazione sublime. L'iniziale "ombra scura" diviene parte di una "danza di cristalli". Non si tratta di una semplice scomparsa o di una sconfitta, ma di un cambiamento fondamentale: il pensiero irrequieto e oscuro ha trovato forma, ordine, bellezza.