Terza classificata anno 2025

III Classificata

 E pur vivo, di salmastri orizzonti (Resilienza) di Stefania Andreocci

Su roventi rotaie
rutilante spirito,
dacché d’afflizione
ha reciso catena,
peregrina libero…
Lo zaino d'emozioni
dirige l'orme scalze
su deserta battigia:
va rastrellando grani
d'assolata estasi.
Ecco, spira l'animo
al palpito del mare:
unisona armonia
e limpido pensiero
che consola e cura.
Sull'effimera spuma
l'aggraziato librarsi
di ridenti alcioni,
forieri di letizia,
empie vuoto vivere.
Nel ventre di fondale
il buio non è notte
e fitta trama d'alghe
scarmiglia rude fato
di già colma clessidra.
È culla lo sciabordio
che sussurra liriche
su pagina di rena:
qui, erigo castelli
tr’arse dune di vita.
Motivazione critica di Andrea Giuseppe Graziano
"E pur vivo, di salmastri orizzonti (Resilienza)" è un'opera che offre una nuova, veritiera e potente definizione di una delle ataviche sfide dell'essere umano. In un'epoca segnata da incertezze, da traumi collettivi e da un senso diffuso di disorientamento, questo poema si erge come un faro. Offre un modello di forza che non si basa sulla negazione del passato, ma sulla sua integrazione e rielaborazione creativa. Dimostra che il potere di costruire un futuro non risiede nel dimenticare le "dune arse", ma nel trasformarle, attraverso un atto di volontà e di bellezza, nei "castelli" di un'esistenza rinnovata.
​Per queste ragioni, il poema si rivela un manifesto vitale per il nostro tempo. È un'opera che non solo consola, ma che ispira un'azione. Non si limita a narrare una storia di sopravvivenza, ma insegna a ogni lettore che, anche di fronte ai paesaggi più amari e alle cicatrici più profonde, lo spirito umano ha l'indomabile capacità di brillare e di edificare.

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